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Ciao, mi presento, sono Leonardo da Vinci.

Mi piacerebbe accompagnarvi in un viaggio nello spazio e nel tempo per le strade di Imola.
Ho tutto quel che serve: la mappa della città che disegnai nel 1502 e una macchina volante e una a ruote adatta per spostarmi velocemente da una parte all’altra della città.
Iniziamo il nostro viaggio nella preistoria: andiamo tutti sul Monte Castellaccio nel Parco delle Acque Minerali. Adesso è la cima di una collina dove è bello trascorrere i pomeriggi estivi, ma lì un tempo c’era un villaggio dell’età del bronzo: immaginatevi una dozzina di capanne disposte intorno ad uno spazio aperto comune, con un focolare e una grande buca cilindrica per magazzino. Le persone che abitano lì erano … i primi imolesi!

 

Come faccio a sapere tutte queste cose? Non le ho immaginate, salite sulle ali del mio aliante e andiamo alla scoperta della collezione Scarabelli a trovare un importante scienziato imolese, Giuseppe Scarabelli appunto, che ha scoperto il villaggio preistorico che abbiamo appena visitato. Visitare la collezione che porta il suo nome è una vera avventura. Si vedono minerali e i fossili, importanti reperti archeologici (riconoscete quelli provenienti dal Monte Castellaccio?) … e molte altre cose interessanti.

 

Continuiamo il nostro viaggio, dal mio aliante vedo una lunga strada che attraversa la città da ovest a est: è la via Emilia. Prende il nome dal console romano Marco Emilio Lepido che la fece costruire intorno al 187 a.C. Diventata una delle più importanti strade romane, lungo il suo percorso sorsero molte città, tra cui Imola che all’epoca si chiamava Forum Corneli. Più o meno dove ora c’è l’incrocio tra via Mazzini – via Appia sorgeva il foro: una piazza dove ci si incontrava per discutere di politica, affari, religione. Certo ora non esiste più, ma gli imolesi amano ancora incontrarsi lì, in piazza Caduti della Libertà. Se gli scavi archeologici vi interessano, forse saprete che a Imola, non lontano dall’Ospedale Nuovo, c’è l’area archeologica di Villa Clelia: si tratta dei resti di un’antica necropoli (dove cioè si seppellivano i defunti) e della prima basilica dedicata al martire San Cassiano, protettore di Imola.


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