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Leonardo storia 2

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Continuiamo il nostro viaggio; ora preparatevi ad un salto nel tempo.
Eccoci nel medioevo. In questo periodo Imola è contesa da molti signori e si combattono numerose guerre. La città, per proteggersi, scava fossati, costruisce mura e porte, di cui ora rimane intatta una sola: Porta Montanara. Desidero ricordare i valorosi guerrieri che abitarono la città: quelli dell’antica e nobile famiglia dei Conti di Cunio, che abitarono il Palazzo ora chiamato Pighini e Taddeo della Volpe che nacque in Casa della Volpe, un palazzo fatto come una fortezza.

 

Come erano armati i cavalieri medievali? C’è una lastra scolpita, nella Chiesa di San Domenico in cui si vede Colaccio Beccatelli, a cavallo e armato di tutto punto. Accanto alla chiesa c’è l’antico Convento di San Domenico: ora è la sede dei musei della città, delle collezioni archeologiche, del Museo Scarabelli e della Pinacoteca, cioè di una collezione di quadri dal Medioevo ai giorni nostri. In Pinacoteca si può fare un gioco divertente: prendete fogli e matite e andate a caccia dei particolari, per esempio i gioielli dipinti nei quadri – spille, fermagli, anelli, collane, bottoni – poi disegnateli e quando sarete a casa ritagliateli e indossateli.

 

Vicino al convento dei domenicani c’è un’altra chiesa: adesso è l’ingresso della Biblioteca Comunale, ma tanti secoli fa era la Chiesa di San Francesco e al piano terra si vedono ancora gli affreschi: era sicuramente una chiesa bellissima. Entriamo in biblioteca e visitiamo anche le sale che formavano l’antico convento, ma ora al posto dei frati francescani incontriamo studenti, studiosi e bibliotecari. Chiediamo di vedere l’antica libreria del ‘700: io vi resterei per ore, vi sono più di 13.000 libri che coprono tutte le pareti e piccole scalette a lumaca per salire al piano superiore. Alzate gli occhi e guardate il soffitto, non sembra che si apra sul cielo?

 

Pronti a decollare? Destinazione: la Rocca Sforzesca, da qui si domina tutta la città. Il mio signore Cesare Borgia detto il Valentino voleva che la rendessi invincibile, ma non ha regnato abbastanza a lungo perché il progetto fosse portato a termine. Quando è stata costruita, nella seconda metà del Duecento, aveva più torri, tutte quadrate e molto più alte, perché doveva resistere agli attacchi di cavalieri armati di spade, di archi e balestre. Quando però nel XV secolo si svilupparono le armi da fuoco, gli ingegneri militari dovettero studiare nuovi metodi di difesa: abbassarono e fortificarono le mura, ingrandirono il fossato, che era mantenuto sempre pieno di acqua, ridussero il numero delle torri e le resero cilindriche, in modo che i proiettili scivolassero sulla loro superficie. Io sono anche un grande esperto di armi (quel tipo di cannone chiamato mortaio l’ho inventato io!) e quindi non mi basterebbe una giornata intera per illustrarvi la collezione di armi conservata in Rocca. Se andiamo nella torre sud-est, guardando attentamente il soffitto delle cannoniere, troverete lo scudo con il serpente, che è lo stemma che ci ricorda che governarono Imola due personaggi molto importanti: Caterina Sforza e Girolamo Riario, che ora desidero presentarvi: trasformiamoci quindi in damigelle e cavalieri, e in corteo con Caterina facciamoci accompagnare alla scoperta di Imola nel Rinascimento quando era una delle città più belle della Romagna. Siamo arrivati davanti all’Albergo El Cappello che Girolamo fece costruire per gli ospiti importanti, con tante stanze, scuderie, granai. Le famiglie nobili alla corte di Caterina e Girolamo abitavano eleganti palazzi in città, come i Calderini (Palazzo Calderini che ora è sede del Tribunale) e Casa Gandolfi: ora il palazzo ospita il Museo della Resistenza e del Novecento C.I.D.R.A.: attraverso documenti, giornali, fotografie, medaglie e filmati si può ripercorrere la storia e le guerre del secolo appena finito. Infine in corteo entriamo trionfalmente in piazza Matteotti, dove si affaccia Palazzo Riario ora Sersanti: era il luogo dove Girolamo e Caterina sbrigavano gli affari più importanti. Cesare Borgia, il mio signore, dopo aver vinto Caterina Sforza e averle tolto la città, all’inizio del Cinquecento affidò parte dei suoi soldati al signore che viveva in Palazzo Sassatelli, Giovanni Sassatelli detto Cagnaccio. Da qui, dove avevano alloggio anche le sue truppe, sferrava attacchi feroci alla famiglia imolese nemica, quella dei Vaini.

 

Pronti per un altro salto nel tempo? Vediamo dove adesso atterra il mio aliante. Siamo nel settecento e imbocchiamo l’antica via della Fortezza oggi via Garibaldi. Andiamo a conoscere il vecchio conte Giorgio Barbato Tozzoni; chi meglio di lui infatti può accompagnarvi nella sua bella casa–museo, Palazzo Tozzoni, dove visse la sua famiglia? Vi racconterà come nella prima metà del Settecento, i suoi antenati abbellirono il palazzo con l’elegante scalone, il salone per le feste e un appartamento bellissimo per ospitare papi e re. L’architetto che si occupò della ristrutturazione, Domenico Trifogli, disegnò anche la Chiesa del Carmine: entriamo nel convento accanto … che sorpresa! qui ha sede il Museo dei Burattini, marionette e teatrini.

 

Siete stanchi? Qualcuno con la febbre? Nel Settecento l’unica farmacia aperta era la Farmacia dell’Ospedale. Le erbe, i minerali, le sostanze mediche non venivano conservate dentro cassetti, ma in quei bei vasi in ceramica bianchi e blu che vedete lungo le pareti. Ogni vaso porta dipinta una ‘etichetta’: se fate attenzione noterete che vi sono dei rimedi strani.

 

Partiamo ora per due visite ufficiali; andiamo a incontrare il sindaco di Imola nel suo ufficio nel Palazzo Comunale. Da questo edificio fin dai tempi antichi si è governata la città, ma il suo aspetto attuale risale al Settecento. Dopo aver percorso lo scalone degno di cerimonie ufficiali, entriamo nell’appartamento più importante, quello che si affaccia su piazza Matteotti. Arredi sontuosi, decorazioni, oggetti preziosi, tutto per ricordarci che ci troviamo nella sede più importante della città.

 

Nella Cattedrale di San Cassiano incontriamo invece il Vescovo. Questa chiesa, dove hanno luogo le cerimonie religiose principali, è stata costruita in epoca antica e quindi trasformata nel Settecento da un mio collega architetto, a quei tempi molto famoso a Imola, Cosimo Morelli, lo stesso che si è occupato anche del Palazzo.