Tra le più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni nel territorio imolese vi sono senza dubbio quelle di alcuni sepolcreti d’ età preromana, riferibili ai popoli “umbri” del VI e V secolo a.C. e ai gruppi “villanoviani” dell’ VIII e VII secolo a.C. Tali sepolture contenevano oltre ai resti dei defunti anche numerosi oggetti personali e/o rituali, che costituiscono una preziosa testimonianza del ruolo sociale svolto in vita dal defunto e delle ideologie e riti legati al passaggio nell’aldilà.
Montericco
Lo scavo archeologico condotto dalla Soprintendenza Archeologica in occasione della costruzione dell’ Ospedale Nuovo di Imola in località Montericco, ha portato in luce una delle più importanti necropoli riferibili alle popolazione “umbre”, che tra VI e V secolo a.C. si insediarono nel territorio romagnolo.
Le 77 tombe, del tipo a inumazione distesa entro fossa (spesso anche con residui di cassa lignea), erano raggruppate – come avviene in altre necropoli italiche – a formare alcuni distinti ‘circoli’, della consistenza di alcune decine di tombe, ciascuno dei quali verosimilmente corrispondente a una famiglia o a un parentado. I corredi deposti con i defunti comprendevano, oltre a vasellame e a fibule per la chiusura della veste, anche armi, deposte nelle tombe maschili, e ornamenti e utensili per la filatura, esclusivi invece di quelle femminili.
La tomba di maggiore rilievo è senz’altro la n. 72, riferibile a un capo guerriero seppellito con un elmo, vasi di bronzo, alari e spiedi, un cinturone di bronzo, ornamenti d’argento, ben ventuno punte di lancia o giavellotto, tre coltelli, e infine due vasi a figure nere importati dalla Grecia: un’oinochoe e una kylix, ovvero una brocca e una coppa legate al consumo del vino.
Orto Granara e il progetto ‘Lo scavo in museo’
Nel 1998, in seguito a una segnalazione del Gruppo per la Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali della vallata del Sillaro, venne identificato nella cava di Orto Granara (comune di Castel S. Pietro), sulla destra del fiume Sillaro, un gruppo di tombe “villanoviane” a incinerazione dell’ VIII e VII secolo a.C., molte delle quali di eccezionali dimensioni.
Al fine non solo di recuperare ma anche di valorizzare adeguatamente tali testimonianze i Musei Comunali di Imola e la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna hanno ideato e realizzato il progetto “Lo scavo in Museo”, avviato nel 1998 con l’individuazione e l’asportazione delle tombe, eseguite grazie al sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, Cooperativa Trasporti di Imola e Fiat Hitachi.
Grazie allo stacco integrale delle tombe, e al loro scavo, effettuato tra 1999 e 2000, con finanziamenti della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, in un laboratorio appositamente allestito nei locali dell’ex convento di San Domenico a Imola, cui hanno avuto accesso centinaia di cittadini e studenti in occasione di appositi incontri guidati, è stato possibile sperimentare tecniche informatizzate di documentazione all’avanguardia in campo nazionale, e recuperare importanti e ricchi corredi funerari.
La collaborazione si è poi allargata al comune di Castel San Pietro, che ha allestito un laboratorio in cui sono già state avviate le operazioni di restauro e microscavo dei reperti (che in parte si svolgono anche presso la Soprintendenza Archeologica).
Pontesanto
Tra fine 1999 e 2000 venivano scoperti a Imola in località Pontesanto i resti di un villaggio e di un’altra necropoli villanoviana, che sono stati scavati, con il sostegno economico e logistico della Cooperativa Trasporti di Imola, utilizzando le medesime tecniche sperimentate a Orto Granara (stacco e scavo in laboratorio), conseguendo risultati di eccezionale interesse, sia in relazione all’abitato, da cui emergono novità rivoluzionarie per la conoscenza delle comunità preromane, sia per quanto riguarda le tombe, che hanno restituito corredi funerari di grande ricchezza e complessità.
Mentre sono già iniziati lavori di restauro degli abbondanti e pregevoli reperti, è attualmente allo studio il progetto di una grande mostra sulle sepolture di Orto Granara e Pontesanto, parte della quale andrà a costituire il primo nucleo permanente del nuovo museo in via di costituzione nei locali del primo chiostro di San Domenico.
Ultimo aggiornamento: 03/08/2020