Personaggi
(7 aprile 1911 – 30 luglio 1988)
Checco Costa è legato indissolubilmente all’Autodromo di Imola in quanto protagonista assoluto del motorismo imolese e del suo sviluppo.
Fin da giovanissimo grande appassionato di moto, entrò nel mondo dei motori prima come pilota, partecipando a diverse gare ufficiali, e poi come organizzatore di corse per conto del Moto Club Imola.
È a lui che si deve l’intuizione di costruire un vero e proprio circuito, tecnicamente valido e più sicuro e spettacolare di quelli fino ad allora realizzati sulle strade cittadine.
L’idea gli venne nel 1947 e già nel 1953 si svolse la prima gara ufficiale, valida per il campionato italiano di motociclismo.
Da quel momento cominciò la grande storia di Costa come assoluto protagonista del mondo delle corse di velocità.
La sua inventiva e la curiosità per realtà diverse portarono a Imola diverse manifestazioni nuove tra le quali la Coppa d’Oro Shell, la Daytona d’Europa, la 200 Miglia di Imola, la Coppa delle Nazioni e con queste i migliori piloti del mondo, veri e propri assi del motociclismo.
Alla sua memoria è intitolato il Museo situato all’ingresso dell’Autodromo, inaugurato nel 2013.
(20 febbraio 1898 – 14 agosto 1988)
Enzo Ferrari, fondatore dell’omonima casa automobilistica, è legato all’autodromo per due ragioni principali.
Come lui stesso dichiarò, il suo primo contatto con Imola fu nel 1948 quando ancora si stava pensando alla realizzazione del circuito “Valutai fin dal primo momento che quell’ambiente collinoso poteva un giorno diventare un piccolo Nurburgring per le difficoltà naturali che il costruendo nastro stradale avrebbe compendiato, offrendo così un percorso veramente selettivo per uomini e macchine. Da questo mio parere i promotori di Imola si sentirono confortati. Nel maggio del 1950 si cominciò a costruire. […] Questa mia convinzione si è realizzata attraverso i decenni che da allora sono trascorsi”.
L’impianto, a partire dal 1970 fu denominato Autodromo Dino Ferrari, in memoria del figlio di Enzo Ferrari, morto prematuramente a soli 24 anni e, in seguito alla scomparsa dello stesso Enzo nel 1988, come segno tangibile dell’affetto e della riconoscenza che legavano Imola al Drake, il circuito mutò il suo nome e da allora si chiama Autodromo Enzo e Dino Ferrari.
(21 marzo 1960 – 1 maggio 1994)
Ayrton Senna Da Silva si avvicinò al mondo dell’automobilismo fin da ragazzino dando subito prova di un talento innato che nel giro di pochi anni lo portò dal gareggiare nei kart a guidare le monoposto di Formula 1.
Ancora oggi considerato da molti il più forte pilota di Formula 1 di tutti i tempi, morì sul circuito di Imola il 1° maggio 1994 in seguito a un tragico incidente di gara.
Da quel momento il campione brasiliano è diventato un mito, una leggenda dello sport mondiale, tant’è che il suo ricordo come pilota e come uomo è ancora vivissimo tra il pubblico.
Il monumento a lui dedicato, una statua in bronzo realizzata da Stefano Pierotti e situata all’interno del Parco delle Acque Minerali, ritrae Senna in un raccoglimento pensoso, rivolto in direzione della pista, verso il luogo dove avvenne il suo incidente mortale.
(18 gennaio 1950 – 8 maggio 1982)
L’amatissimo pilota canadese il 25 aprile 1982 corse la sua ultima gara imolese, esattamente due settimane prima del Gran Premio del Belgio durante il quale ebbe il grave incidente che gli fu fatale.
Il monumento realizzato da Ferdinando Forlai, in origine posto accanto alla Curva Villeneuve poi trasformata in Variante, è oggi idealmente posto nella curva che vide il pilota protagonista di uno spettacolare incidente.
L’attuale collocazione, inaugurata il 31 agosto 2016 alla presenza del figlio Jacques, è stata finanziata dalla Sfida del Cuore Onlus, organizzazione locale che ogni anno promuove una gara di go kart a scopo benefico.
Le tre sedute ricordano l’impresa di Gilles a Zandvoort, nel 1979, quando compì un intero giro di pista senza uno pneumatico. La scritta Salut Gilles (Ciao Gilles, in italiano), è uguale a quella disegnata sulla griglia di partenza del circuito di Montreal.
La frase riportata sul muretto è dell’Ing. Roberto Nosetto, ex Direttore Sportivo Ferrari ed ex Direttore dell’Autodromo di Imola. Il monumento è illuminato con i colori del Canada, bianco e rosso e si completa con un acero, altro simbolo del Canada.
(4 luglio 1960 – 30 aprile 1994)
Sin da giovanissimo si dedicò alle gare automobilistiche fino a raggiungere il sogno di gareggiare in Formula 1 nel 1994.
Il 30 aprile dello stesso anno, durante le qualifiche del Gran Premio di San Marino, il terzo della stagione, fu vittima di un terribile schianto alla curva Villeneuve che gli fu fatale.
Il giorno dopo, sulla stessa pista perse la vita anche Ayrton Senna; quel terribile weekend scandito da due incidenti mortali a distanza di poche ore uno dall’altro, segnò per sempre la storia dell’automobilismo e dell’Autodromo di Imola.
Dal 1° maggio 2004, la tribuna B della curva Tosa è intitolata alla memoria del pilota austriaco.
L’opera dello scultore francese Arman inaugurata il 30 Aprile 1999, è situata all’entrata principale dell’Autodromo.
È un omaggio a Enzo e Dino Ferrari e alla Ferrari stessa e si presenta come una struttura in bronzo alta 5 metri composta da un insieme di modelli della famosa Ferrari F40.
La scultura intende rendere omaggio non solo alla bellezza esteriore della macchina, ma anche alla perizia artigianale che l’ha creata.