Leonardo natura

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Siamo nella zona dell’autodromo … vedete i grandi alberi che lo circondano? Forse non tutti sapete che quelle imponenti piante sono parte di un parco, chiamato delle Acque Minerali. Perché Acque e perché Minerali? Perché … qualche secolo dopo la mia partenza da Imola, il dottor Gioacchino Cerchiari, nel 1830, trovò quattro sorgenti minerali, due che contenevano ferro e due zolfo, che avevano proprietà curative e per questo fu deciso di costruirci attorno un parco.

 

Se mi seguirete incontreremo Arturo, il simpatico elefantino discendente di quei mammiferi preistorici che popolavano questa zona e che vi guiderà alla scoperta del percorso geologico. Incontreremo così le sabbie gialle o sabbie di Imola. Queste sono antichissime spiagge su cui si depositarono conchiglie di molluschi portate dal mare e ossa di elefanti, cervi, ippopotami e rinoceronti trascinati dai fiumi in piena. Fu Giuseppe Scarabelli a rinvenire per primo questi fossili cerca 150 anni fa e che ora sono conservati nel Museo a lui dedicato.

 

Volete incontrare le vie d’acqua di Imola? Allora seguitemi !!
Il centro della città è circondato da un canale, il Canale dei Molini. Ora in corrispondenza della città è per gran parte coperto ma quando lo tracciai nella mappa era completamente visibile e Imola appariva come un’isola, racchiusa all’interno di questa corona d’acqua. E’ possibile osservarlo in corrispondenza dell’antichissimo Molino di Santa Cristina (esisteva già ai miei tempi), a pochi passi dalla Rocca Sforzesca, o percorrerne i tratti scoperti affiancati dai percorsi ciclabili e da qui poi spostarci su di un’altra via d’acqua: il fiume Santerno. In epoca romana era chiamato Vatreno ed era navigabile nel suo tratto di pianura forse anche sino al mare. Questo ora non è più possibile ma si può passeggiare o pedalare lungo le sue rive ed osservare le piante e gli animali che popolano questo ambiente oppure, seduti sul prato, consumare una merenda insieme agli amici.

 

Avete ancora voglia di accompagnarmi in questa esplorazione del territorio? Questa volta rendiamo la mia macchina volante e raggiungiamo il Parco Tozzoni. Il parco visto dal cielo è una successione di boschetti e prati collegati da comodi sentieri. Querce ultracentenarie appartenenti al bosco originario si succedono a cedri, abeti, pini, sequoie che furono piantate dai vecchi proprietari, la famiglia Tozzoni, che qui voleva costruire la propria residenza estiva.

 

Ed ora dirigiamo la prua della macchina volante verso la riserva Naturale Orientata del Bosco della Frattona, un luogo unico in cui immergerci dentro il paesaggio del passato. Questo bosco è, infatti, una delle ultime zone rimaste dell’antica foresta che ricopriva le colline. Atterriamo, per godere e scoprire questo habitat incontaminato così vicino alla città. Passeggiando potremo osservare gli alberi e arbusti che lo compongono, scoprire i segni della presenza dei suoi abitanti e nel silenzio, ascoltarne i rumori.