Passeggiare per Imola è la maniera migliore per conoscere la città, stretta attorno al suo centro storico di intatta suggestione.
Ecco la Rocca, punto di partenza di questo viaggio a ritroso nel tempo, ergersi ancora maestosa a testimonianza di un passato bellicoso. Lasciandosi alle spalle la Rocca si percorre la via F.lli Bandiera, oltrepassando sulla sinistra l’antica Chiesa dell’Annunziata, ora sede della Nuova Scuola di Musica ‘Vassura-Baroncini’ e del Museo della Resistenza e del Novecento (CIDRA) e ci si immette nella via Emilia, l’antico decumano massimo. Questa via centrale è fiancheggiata da bei palazzi signorili ornati da cortili colonnati, scaloni scenografici ed eleganti soffitti affrescati.
Incamminandosi verso il centro della città si incontra sulla sinistra, al numero 44, Palazzo dal Monte Casoni e, di seguito, palazzo Miti Zagnoni, mentre sul lato destro al numero civico 25 si trova il rinascimentale Palazzo Machirelli a cui fa seguito, al numero 29, la trecentesca casa di Benvenuto Rambaldi, primo commentatore della Divina Commedia. Giunti all’incrocio con via Verdi, all’angolo con la via Emilia si trova l’ingresso del Teatro comunale e più oltre, al numero 80 della via Emilia, la Biblioteca comunale, edifici ricavati entrambi all’interno del complesso dell’ex convento di San Francesco. Sull’altro lato della via Emilia, al numero 69, si impone all’attenzione la mole massiccia di Palazzo Sassatelli Monsignani; proseguendo sulla via Emilia, al n. 95, non si può evitare di fermarsi ad ammirare la settecentesca Farmacia dell’Ospedale. Di fronte all’ingresso della farmacia si trova l’ex albergo El Cappello (Palazzo della Volpe): fu portato a termine nel 1484 su volontà di Girolamo Riario che, volendovi alloggiare gli ospiti illustri, lo dotò di appartamenti, granaio e scuderie. L’antico ingresso per le carrozze al n. 1 di via Orsini permette di ricostruirne l’aspetto di un tempo.
Seguendo via Orsini, all’angolo con via Quarto colpisce il bel portale gotico della Chiesa di San Domenico opera di Jacopo da Cereto (1340). Costeggiando l’edificio, attraverso un gradevole giardino, si giunge al complesso conventuale dei santi Niccolò e Domenico ora sede del Museo di San Domenico che ospita al suo interno le Collezioni d’Arte della Città e il Museo Archeologico e Naturalistico ‘Giuseppe Scarabelli’. Risalendo via Cavour verso il centro storico, all’incrocio con via Appia, gli stemmi nobiliari segnalano il settecentesco Palazzo Ginnasi; al n. 84 della via Cavour spicca la facciata quattrocentesca in stile rinascimentale fiorentino di Palazzo Calderini.
Tornati sulla via Appia, dopo aver ammirato al numero 18 il duecentesco Palazzo Pighini – unico esempio di casa patrizia medievale rimasto ad Imola, dalla severa facciata movimentata da feritoie e monofore – si arriva alla piccola e raccolta piazzetta Caduti per la Libertà che, insieme alle altre due centralissime Matteotti e Gramsci, forma storicamente il cuore commerciale della città così come lo ridisegnò Girolamo Riario tra il 1474 e il 1484. Ecco dunque il centro della città: di fronte la torre e il Palazzo Comunale. Giunti sulla piazza Matteotti ornata su due lati da tipici portici, impossibile non notare l’elegante facciata di Palazzo Sersanti. Proseguendo lungo la via Emilia, si incontra all’angolo con via Cosimo Morelli la Chiesa di Santa Maria in Regola, una delle più antiche in città, rifatta però nel Settecento da Cosimo Morelli che affidò alla mano di Alessandro Dalla Nave la decorazione dell’illusionistica volta.
Percorrendo via Aldrovandi e poi un tratto di via Mazzini si imbocca via Garibaldi. Al numero civico 18 si trova quello che sicuramente è il più particolare e affascinante tra i Musei imolesi: Palazzo Tozzoni. All’uscita del palazzo si prosegue sulla via Garibaldi e si incontra dopo poco, sulla destra, il Duomo e, dall’altro lato della piazza, il Palazzo Vescovile sede del Museo Diocesano dove sono esposte preziose miniature, una importante quadreria e arredi sacri. A pochi passi sorge la quattrocentesca Casa della Volpe, sede dal 1518 al 1820 del Monte di Pietà. Fu casa natale di Taddeo della Volpe, famoso condottiero per la Repubblica di Venezia. Da via Nino Bixio si raggiunge la Porta Montanara, unica superstite della cinta manfrediana. Proseguendo si arriva al Convento dell’Osservanza.