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Capitale delle 2 ruote
“La tappa del ’68 (il 4 giugno, 15a, Ravenna- Imola) la ottenni convincendo Torriani a far provareaicorridoriilpercorso deiTreMonti prima del campionato mondiale - raccon-
ta Nino - dove si fecero parecchi giri prima dell’arrivo. Quella del ’92 fu più controversa: avevo proposto l’arrivo in via Pirandello, ma Carmine Castellano non fu d’accordo. Girammo per Imola e scegliemmo via D’Agostino. Fu una gran bella tappa, adatta per le imboscate. Infatti Franco Chioccioli attaccò Miguel Indurain che era in maglia rosa. Da Riolo scelsi il Mazzolano che portava allo strappo della Lola e “Miguelon” si trovò un po’ in difficoltà. Erano strade nuove che i corridori non conoscevano”.
Il Giro da Imola è passato numerose volte, anche
nella prima edizione del 1909. Avvenne il 16 maggio nella seconda tappa Bologna-Chieti (allora si correva a giorni alterni) e vinse Giovanni Cuniolo; il Giro se lo aggiudicò Luigi Ganna dell’Atala, al termine dei 2445 km percorsi in quasi 90 ore.
Nel ’93, proprio a Toscanella, la
maglia rosa andò sulle spalle di
Bruno Leali che correva per la
Mercatone Uno di Luciano Pez-
zi e patron Romano Cenni. A
Toscanella, davanti al Bar Berti,
era diventato consuetudine lo
stop del gruppo per salutare
Luciano Pezzi e ripartire con in mano i cabaret di pasticcini.
Avvenne anche il 28 maggio, nella 12a tappa nel Giro del 1998, la San Marino-Carpi, col “Pirata” Marco Pantani ad omaggiare l’uomo che l’aveva fatto tornare grande.
Anche l’anno scorso il Giro passò da Imola, ma
a gran velocità, nella 9a tappa da Lugo a Sestola del18maggio.AltriricordidelGiroaImola:il13 maggio del ’53, nel corso della 2a tappa da Abano Terme a Rimini (vinta da Pasquale Fornara davanti a Koblet e Coppi) tantissimi imolesi si as- sieparono lungo le strade. Coppi vinse quel Giro con l’impresa dello Stelvio. Il 2 giugno del ’58 pas- sò da viale Marconi, dove era posto un traguardo volante, la 15a tappa Cesena-Boscochiesanuova Luciano Pezzi, all’ultimo anno di gare, fu lasciato transitare da solo nella città dove abitava allora
e passò con un gran sorriso e le braccia alzate.
La tappa, e il Giro, la vinse Ercole Baldini da Forlì. Mio nonno, Mirri Giuseppe detto “Fitòna”,
Roberto Pagnin, vincitore della tappa imolese del 1992, con Alberto Indurain, maglia rosa
classe 1894, mi raccontò che negli anni ’20 con ad alcuni amici partì da Imola per Milano, con le loro biciclette, per partecipare al Giro d’Italia. Non mi ha mai detto come finì ma credo che la prima e unica tappa si sia conclusa in un’osteria dalle parti di Modena.
ADORNI: “IMOLA, I TIFOSI, UNA PAZZIA... COSÌ DIVENTAI CAMPIONE DEL MONDO”
Vincere il Campionato del Mondo è qualcosa che ti rimane per sempre, ti identifica, ti lega a un luogo. Vittorio Adorni è conosciuto nel mondo, ancora oggi, perché ha vinto a Imola. E Imola, di conseguenza è nota ovunque perché la si associa a quel successo, alla sua passione, eterna, per le moto e per le auto. Imola è capitale delle due ruote e per questo assume un significato ancora più rilevante che il Giro d’Italia, in grande stile, arrivi e riparta da questa città che sento assolutamente mia. Ricordo quel giorno del 1968 come fosse ieri, un’impresa da pazzi: in fuga per 230 km, con noi c’era anche Van Loy, che era tra
i favoriti. Italiani e belgi non tirarono, la fuga andò via. A 90 km dall’arrivo pensai: qui mi cuociono a fuoco lento, e sono partito. Da solo mi sono trovato meglio. Da lì in avanti, il miracolo l’ha fatto la gente... Tante persone le conoscevo, mi incitavano, mi spin- gevano con il loro entusiasmo. Ricordo i tantissimi che avevano i cartelli “Viva Gimondi”: man mano
che ripassavo davanti a quei tifosi, mi accorsi che era comparsa la scritta “Viva Adorni”. Fu una spinta in- credibile, su quel percorso durissimo. Pensavo di an- dare a morire, invece arrivai... Questa è la terra delle due ruote, e non soltanto perché esiste una struttura all’avanguardia come l’Autodromo. Le moto, le bici le vedi e le “senti” ovunque. É un modo di essere, di vivere la città e questi luoghi così accoglienti, con belle strade. Ribadisco, è importantissimo che una manifestazione prestigiosa come il Giro d’Italia, con il suo seguito mediatico, torni in città. Inevitabilmen- te si riparlerà di quei giorni del ’68, di quanta strada hanno fatto il ciclismo e Imola da allora. Il Giro porterà nelle case della gente la bellezza, le qualità turistiche di questa meravigliosa città. Davvero, una grande opportunità.
Vittorio Adorni
Campione del Mondo di ciclismo, Imola 1968
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