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che storie
Max Ghinassi e una veduta aerea dell’Autodromo
MAX GHINASSI: “La mia avventura, da ragazzo del paddock a responsabile dei servizi di pista”
La storia recente dell’Autodromo è tutta nella sua testa. Massimiliano Ghinassi, detto Max, 43 anni, sposato, oggi responsabile dei servizi di pista
e Direttore di gara ACI Sport dice che il suo mestiere “È il più bello del mon- do”. Entrò nel “Piccolo Nurburgring” (come lo chiamava negli anni ’50 Enzo Ferrari) nel 2003, quando si occupava di tutt’altro (aveva due negozi: un frutta e verdura e una rosticceria). Grazie alle insistenze di un amico ac- cettò per gioco o per curiosità di fare il responsabile della portineria e del paddock. All’inizio si trattava di poche ore che presto divennero un impe- gno quotidiano. Bravo, entusiasta ed efficiente, nel tempo ha affinato il me- stiere. Nel 2006, attraverso una società di servizi divenne responsabile del cantiere (quello che demolì i vecchi box con 700 candelotti di dinamite. Un’esplosione a cui assistettero più di 3000 persone). Lavori che permisero un importante piano di riqualificazio- ne e di ammodernamento del circuito tra cui il Race Control (struttura che tuttora ospita uffici, direzione di gara, sala cronometraggio e vip-lounge) curato, com’è noto, dall’architetto
tedesco Hermann Tilke.
Nel 2008 divenne responsabile di pista e assistette a lavori di migliora- mento quali l’ampliamento della via di fuga alla Piratella e il rifacimento dell’asfalto tra l’uscita dei box e la fine della curva del Tamburello. Affiancato da un esperto, Massimiliano imparò anche i trucchi del mestiere e l’anno successivo (siamo già nel 2009) con l’ingresso nella gestione del Consorzio Con. Ami (presente nell’Autodromo con la società di gestione Formula Imola Spa) divenne responsabile dei servizi di pista.
Ghinassi adesso è il vero deux ex machina dell’Autodromo. Negli anni
a seguire questa continua rincorsa all’ammodernamento della struttura per tenerla all’interno degli standard di sicurezza mondiali, ha portato a realizzare sia la Nuova Variante Bassa (2009) che la riasfaltatura del 70 %
del tracciato (2011) fino ad ottenere il rinnovo dell’Omologazione dal parte della Fia (Federazione Automobilistica Internazionale) che oggi consente a Imola di poter organizzare gare di Formula Uno. Investimenti enormi dunque, continui e costanti, neces-
sari per mantenere l’Autodromo ai massimi livelli internazionali, eppure mai abbastanza se si pensa ai costi che oggi richiede la Formula 1.
Lavorano con Max 8 collaboratori fissi che crescono corsa per corsa (ad esempio con la SuperBike diventa-
no 300 commissari di pista, 100 tra medici e paramedici, 30 antincendio, 16 recupero piloti etc). Ogni mese
si promuovono corsi per gruppi di lavoro. Si illustrano i nuovi regola- menti, si filmano gli interventi fatti
e li si commentano. Un processo di formazione continua. É in questo contesto che definisce con orgoglio
il suo lavoro: il più bello del mondo. “Mi piace l’adrenalina che circola in prossimità delle gare - dice - mi piace la velocità, la gestione della comples- sità, ma quello che mi entusiasma di più è vedere la passione che anima la gente che collabora con noi, passione che ci ha permesso di essere premiati come uno dei circuiti più importanti e accreditati d’Italia”. E dopo tanti investimenti qual è il sogno? “Il sogno è riportare la Formula Uno. Il circuito è pronto. Ma occorrono tanti soldi. Speriamo bene”.
Capitale delle 2 ruote
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